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mercoledì 29 agosto 2012

Mini muffin all'abicocca

Sempre ricette arretrate, praticamente rubata al volo appena vista dal sito di Enrica Una cena con Enrica, post Dolcetti di albicocche. Sempre con le mie rivisitazioni e modifiche :-)
Avevo in giro delle albicocche, e anche parecchio mature. L'alternativa sarebbe stato farne marmellata, ma non è che mi andasse molto.....

Ingredienti
  • 300 g di albicocche mature
  • 100 g di zucchero
  • 125 g di fecola di patate
  • 60 g di burro sciolto
  • 1/2 bustina di lievito per dolci in polvere
  • 2 uova
  • zucchero a velo


















Preparazione

Sciacquare sotto l'acqua fredda le albicocche, stando attenti a non disfarle (le mie erano stramature, è stata una mezza impresa), togliere il nocciolo e tagliarle a pezzetti.















In una ciotola sbattere le uova con lo zucchero fino ad ottenere una crema liscia e spumosa.















Poi aggiungere la fecola di patate, il lievito, il burro fuso e le albicocche.















Prendere gli stampini per muffin e rivestirli con i pirottini (io invece ho usato quelli di silicone senza rivestirli) e versarvi dentro il composto dei muffin fino a circa 3/4 della capienza.















Infornare a 180°C per circa 20 minuti.















Lasciarli raffreddare bene prima di toglierli dagli stampini, altrimenti rischiano di rompersi.















Servire con una spolverata di zucchero a velo.



Mi credete se vi dico che si sciolgono in bocca?
Non sono durati neanche un giorno ^_^

La fecola di patate al posto della farina normale li ha resi ancora più soffici.
Le albicocche a pezzi particolarmente mature hanno creato un gradevole contrasto tra il dolce rafforzato dallo zucchero a velo e l'acidulo delle albicocche stesse dato dall'eccessiva maturazione.

Assolutamente da provare!



Buon pomeriggio,
Sara

lunedì 27 agosto 2012

Una gita in Abruzzo

Si, si, lo so.... faccio sempre promesse da marinaio..... :-p
Mi sono divertita così tanto quest'anno al mare, che la voglia di usare il pc anche solo per svago mi è proprio mancata!
Vado sempre nello stesso posto al mare ormai da qualche anno, e ogni anno scopro un angolino nuovo che prima non avevo notato, o che non avevo ancora visto :-D
Quest'anno, con alcuni amici, abbiamo fatto addirittura una gitarella in giornata in Abruzzo, in provincia di Teramo. L'unica fregatura è che da dov'ero al mare (Rimini) ci sono volute comunque 2 ore abbondanti in macchina. Ma credetemi, ne è valsa la pena!
Uffi, l'ho sempre detto io: ma che aspettano a mettere in pratica il teletrasporto? :-p

Allora, siamo partiti presto, che quando si deve fare un viaggio in Italia di una certa lunghezza si deve sempre partire per tempo. Non si sa mai cosa si trova per strada.....
Beh, troppo presto. Siamo arrivati al ristorante che non era nemmeno mezzogiorno ¬_¬
No, perché lo scopo principe del viaggio era andare in questo ristorante in Abruzzo, I Tre Archi.
Io era la prima volta che ci andavo, alcuni miei amici, invece, hanno ritrovato i proprietari di un tempo, con la stessa gentilezza e cortesia di vent'anni prima. E si ricordavano di loro. Pensate, c'è anche lo stesso cameriere che lavora lì da ben 38 anni, da quando era un ragazzino!
La proprietaria, gentilissima, ci ha offerto un aperitivo in attesa dell'ora di pranzo sotto i portici del ristorante, che sono proprio 3 archi.
























Pensate, avevamo il ristorante tutto per noi!
Effettivamente, di solito si va al ristorante la sera, magari nel week end. Noi siamo piombati lì (previa prenotazione) all'alba di lunedì appena prima di ferragosto, con la gente tutta via in vacanza. Niente confusione, sole e tranquillità. Ed erano lì solo per noi :-)
L'interno del ristorante è molto caldo ed accogliante, rustico, con mobili di legno e ceramiche coloratissime appese ovunque (hanno anche un sacco di riconoscimenti esposti ed anche la forchetta d'oro!). Sembra di essere a casa propria. Ogni dettaglio è perfettamente curato, e con un tocco manuale che a me (che sono parecchio creativa) pare quello di un artista!

La sala da pranzo (questa è solo mezza) al piano terra











Una piccola credenza in legno con liquori e grappe e davanti un semplice tavolo con un centrotavola di gigli affiancato da due maestosi candelabri decorati con finta edera









Una stufa (presumibilmente per i freddi dell'inverno, non certo da accendere con i 40 e passa gradi all'ombra che c'erano quel giorno :-p) dalla linea semplice, ma impreziosita da un motivo floreale in rilievo tono su tono (a lato si intravede il quadretto con la forchetta d'oro)














La semplicità di quest'altra credenza in legno, vivacizzata dalle ceramiche colorate :-)
















E questo specchio?
Io lo trovo stupendo, cornice semplice, contornato da vasi di piantine del luogo e decorato in alto con quel mazzo di fiori realizzati a mano.
Sembra proprio di stare in una casa vera e propria!












 
E in una casa rustica che si rispetti poteva mancare il camino/brace?
Ma certo che no!
Su questo ci hanno cucinato l'agnello che, devo ammettere, abbiamo fatto fatica a finire, non per cattiveria o perché non fosse buono, anzi!, ma tutto il pranzo è stato talmente buono che ci siamo letteralmente abbuffati e alla fine eravamo sul punto di esplodere...!




E la piccola cantinetta a vista con i vini prodotti da loro, così come tutto il resto: olio, pomodori e verdure, pasta fatta in casa, pane fatto da loro, frutta..... e chi più ne ha più ne metta :-D
















Ma...... veniamo ai piatti con cui mi sono personalmente abbuffata :-p

NOTA

Questo post non ha lo scopo di pubblicizzare il ristorante (anche se devo ammettere che il rapporto qualità prezzo non ha paragoni, e le porzioni sono super abbondanti!). 

C'è solo l'intenzione e la voglia di mettere in risalto che in Italia sono ancora vive la semplicità e l'accoglienza di una volta e che le tradizioni locali non sono andate ancora del tutto perse :-)


I miei amici che ci erano già stati hanno detto che i piatti forti del ristorante sono i primi. E come non dargli torto! Tutti preparati con pasta fresca fatta in casa da loro.

Dopo un piccolo antipasto di bruschettone con olio extravergine di oliva delle loro olive, pomodori coltivati da loro e mozzarella di bufala, abbiamo ordinato i primi a colpo sicuro.








La pasta e fagioli, che io ho solo assaggiato perché non vado matta per i fagioli, ma merita, eccome!









Maccheroni alla chitarra (a Milano sarebbero gli spaghetti alla chitarra, quelli quadrati all'uovo) con sugo di cinghiale e palline di carne.
A questo piatto ho dato letteralmente l'assalto, io vado matta per gli spaghetti! :-D







Si, ok, non è signorile per una donna abbuffarsi a tavola, ma erano così buoni ^_^ slurp!











Il secondo primo che ho assaltato: ravioli (li chiamano così) ripieni di pomodoro fresco e mozzarella di bufala, con sughetto di pomodoro, basilico e scaglie di grana.
Ma mi credete se vi dico che si sciolgono letteralmente in bocca?






L'agnello mi sono scordata di fotografarlo :-p (mea culpa!), ma termino con il fantastico cabaret di frutta che ci hanno portato per concludere il pranzo.









Alla fine del pranzo barcollavamo quasi tanto eravamo satolli, ma proprio soddisfatti :-)
Io l'ho sempre detto che voglio morire contenta con la pancia piena, e questo è uno dei posti candidati! :-D
Ovviamente scherzo, voglio vivere ancora moooooooooooooooooolto a lungo!
Uno dei miei amici era così entusiasta che si è fatto regalare una bottiglia del loro olio extravergine di oliva.
Mi sarebbe piaciuto fare una pennichellina di un paio d'ore su una delle panchine sotto ai portici  del ristorante per digerire per bene tutto, ma la gita era ancora lunga!
Eh, si, perché abbiamo anche visitato il campaggio della gioventù di alcuni amici e abbiamo fatto una puntatina sul Conero, facendo il pelo alla velocità della luce alla basilica di Loreto.
Davvero, l'intenzione di vederla c'era, ma quando ti ci vuole minimo mezza giornata per trovare un parcheggio a distanze assurdamente lontane, francamente la voglia va rapidamente a farsi benedire! E ve lo dice una che è abbastanza praticante.... ¬_¬
Solo vista da fuori, e purtroppo neanche una fotina....

L'Abruzzo è una distesa infinita di alberi da frutta, ulivi e girasoli, oltre che di mare ovviamente :-D












Va bene, credo di aver finalmente terminato di sproloquiare di questa bella giornata passata in Abruzzo. Faticosa per il viaggio, ma ne vale la pena, e poi è bello scoprire le piccole semplici cose dopo aver fatto un po' di fatica. Non è così anche per voi? A me si riempie ogni volta il cuore di gioia e divento più allegra :-)

Con questo post partecipo al contest Colors & Food di agosto: Porta in tavola le tue vacanze! del blog Essenza in cucina.













Quando ho letto le regole del contest di questo mese sono rimasta sorpresa e felice di poter partecipare anche io che in vacanza sono stata in albergo. Perché a differenza degli altri mesi, in cui si partecipa con una o più ricette che rispettino i canoni scelti, stavolta si deve presentare un posto carino e/o caratteristico delle nostre vacanze dove si è passato un pranzo/una cena in compagnia, o perché no, anche da soli, o i più intraprendenti un pranzo o una cena particolari delle loro vacanze allestita a casa propria :-)
Per far venire in vacanza con noi anche i nostri amici virtuali.

Buon rientro a tutti,
Sara

sabato 11 agosto 2012

Risotto al melone

Un'altra ricettucola da pazzi (per l'utilizzo - recidivo - del fuoco :-p), ma veramente buona e fresca.
Mi piace provare cose nuove e cambiare abbinamenti. Finora, avevo provato, di insolito, solo il risotto con le fragole cucinato da mio papà, ma con tanta bella frutta matura in giro, perché non provare a cambiare? E così, via di risotto col melone. Premetto che, quando scrivo un titolo tipo quello di questa ricetta, dicendo col melone è inteso che il melone c'è per davvero e si sente anche, non come in certi posti dove glielo fanno solo annusare da lontano e te lo decorano con qualche pezzetto per giustificare il tutto....

Ingredienti

  • 200 g di riso per risotti
  • brodo vegetale
  • 1/2 melone maturo con la polpa arancione
  • 1/2 cipolla rossa di Tropea
  • olio extravergine di oliva
  • vino bianco
  • 1 noce di burro
  • 2 cucchiai di formaggio grattugiato
  • scaglie di mandorle


















Preparazione

Mettere sul fuoco 2 litri di acqua e versarvi dentro le verdure preferite, in modo da preparare un sano brodo vegetale. Io l'ho preparato usando cipolla, pomodori, sedano, prezzemolo e carote.















Dopo una mezz'oretta, affettare finemente la cipolla e farla appassire dolcemente in poco olio extravergine di oliva. Poi sfumarla col vino bianco.
Una volta appassita, versare 'a secco' (cioè senza l'aggiunta di liquidi di nessun tipo) il riso sulla cipolla e farlo tostare mescolando continuamente finché i chicchi diventano trasparenti e lucidi. Questo passaggio aiuta il riso a mantenere meglio la cottura.















Una volta tostato il riso, versarvi sopra il melone tagliato a cubetti con un mestolo di brodo e cominciare a mescolare.















NOTA
Più i cubetti saranno piccoli, e più facilmente si ammorbidiranno in cottura e si amalgameranno col riso sciogliendosi nel brodo. Certo, il melone si può anche frullare, ma non sarebbe la stessa cosa, no?

Continuare la cottura aggiungendo il brodo a mestoli man mano che il riso lo assorbe.
A fine cottura il riso deve essere cotto, ma non spappolato, e il melone sciolto nel riso per circa 3/4.















A fuoco spento, mantecare il riso prima con una noce di burro, poi col formaggio grattugiato.















Lasciar riposare nella pentola di cottura (via dal fuco) per almeno 5 minuti.















Servire nei piatti decorando con scaglie di mandorle.











































Buon appetito!
Sara

lunedì 6 agosto 2012

Melanzane impanate

Finalmente sono in vacanza, e siccome nelle ore più calde è molto ma molto sconsigliato stare al sole (e con questo caldo è anche peggio, credetemi sulla parola!), ho qualche ora di tempo al giorno per recuperare un po' di pregresso di questo mio blogghino senza pretese, che, pare facile, ma per dargli un po' di continuità e affidabilità per chi passa (anche di corsa), un pochetto di impegno ci vuole :-p
Ma veniamo alla ricettucola di oggi, veramente banale e veloce da preparare, che di questi tempi, col caldo appiccicoso che c'è, di voglia di accendere il fuoco, non è che ne abbia granché.......

Ingredienti

  • melanzane viola tonde
  • pangrattato
  • uova
  • sale
  • olio extravergine di oliva


















Preparazione

Lavare le melanzane, privarle del picciolo e tagliarle a fettine di circa 1/2 cm.
Se si ha tempo, disporle a strati in un colapasta cospargendo ogni strato di abbondante sale. Coprire con un peso e lasciarle a perdere l'amaro per un paio d'ore. Poi sciacquarle bene sotto l'acqua e asciugare ogni fetta di melanzana con carta assorbente.
In un piatto fondo sbattere le uova per l'impanatura con un po' di sale fino, in un altro mettere un po' di pangrattato per l'impanatura (il pangrattato che ho usato io è frutto del pane secco che altrimenti avrei buttato  via senza pietà, e vi assicuro che è buono come quello comprato, bisogna stare solo molto accorti di frullarlo finemente e con costanza).















Passare ogni fettina prima nell'uovo.















Poi scolarla bene e passarla energicamente nel pangrattato.















Se si desidera una crosta più spessa, ripetere una seconda volta sia il passaggio nell'uovo che quello nel pangrattato.















La classica cucina di una volta, quella delle nostre nonne, prevede di friggerle in abbondante olio extravergine di oliva e poi di farle scolare per bene.
Ma, come ho detto prima, di accendere il fuoco neanche a parlarne, quindi..... via di cottura in forno! Eh, si, fortunatissimamente il mio piccolo forno elettrico non dissipa calore (a meno che non gli si stia col fiato sul collo!), e poi.... la cottura è più salutare, no? Se preparate bene, il risultato finale è praticamente identico! Parola di chi ha provato entrambe le cotture :-)

Quindi, accendere il forno a 180°C e ricoprire una teglia con carta da forno.
Disporre le melanzane sulla carta da forno a debita distanza l'una dall'altra. Cospargere con un filo di olio extravergine di oliva e far cuocere per 20 minuti al massimo.















Farle raffreddare nella stessa carta da forno e procedere con la successiva infornata, fino ad esaurimento delle melanzane impanate.















Croccanti da calde, ma ottime anche a temperatura ambiente o fredde (meglio non tenerle troppo in frigo, a meno che non siano ermeticamente chiuse nel contenitore designato, perché il freddo del frigo crea umidità con la temperatura normale del cibo, e l'impanatura delle melanzane si inumidisce di questa acqua di condensa e diventa "molla" nel peggiore dei casi......).















Buon appetito e buone vacanze, per chi parte e per chi resta
Sara