Lettori fissi

martedì 10 gennaio 2012

Zuppa di lenticchie rosse

Mai stata più veloce nel replicare una ricetta dopo averla letta!
Le lenticchie ammetto che proprio non mi piacciono, sarà anche il colore marrone spento che non ispira, o l'eccessiva farinosità....
Quelle che ho usato in questa ricetta, copiata pari pari da quella del blog di Stefania (Arabafelice... in cucina!, post Shorba Al-Adas (zuppa araba di lenticchie al limone)), sono lenticchie rosse decorticate, di un bellissimo color arancione che, almeno a me, mette addosso una gran voglia di mangiarle!
Il titolo mi stava lasciando un po' perplessa, ma già arrivando a leggere gli ingredienti ne sono rimasta colpita: ed è stato amore a prima lenticchia! ah ah ah ah ah.


















Ingredienti (dosi leggermente modificate rispetto l'originale)
  • 150 g di lenticchie rosse decorticate
  • 1 piccola cipolla bianca
  • aglio in polvere q.b.
  • 5 cucchiai d'olio e 2 cucchiai di acqua
  • 1 piccola carota
  • 800 ml di acqua
  • il succo di 1/2 limone
  • sale
  • 5 pizzichi di semi di cumino

Preparazione

Tritare finemente la cipolla e la carota.
Mettere in una pentola i 5 cucchiai di olio e i 2 di acqua, versarvi la cipolla, la carota e l'aglio in polvere e far soffriggere fino ad appassimento della cipolla.















Nel frattempo portare a bollore gli 800 ml di acqua in un'altra pentola.
Versare quindi le lenticchie sul soffritto e farle tostare appena, senza aggiunta di liquidi.















Tostate le lenticchie, aggiungere l'acqua e far cuocere per 15-20 minuti, finché le lenticchie saranno disfatte e il liquido si sarà ritirato quasi del tutto.















NOTA
Questo tipo di lenticchie si disfa molto facilmente, quindi non esagerare con la cottura, a meno che non si desideri espressamente una purea (ottenibile anche passando la zuppa nel frullatore).

Togliere la zuppa dal fuoco, regolare di sale e aggiungere il succo di limone e il cumino.
Se possibile, lasciarla riposare un po' prima di servirla.















Ed ecco una bella zuppa calda e profumata!




























Come dice Stefania, il limone esalta il sapore delle lenticchie rosse.
Ma attenzione a non esagerare (anche se piace), o la zuppa saprà solo di limone!
Lo stesso dicasi per il cumino, il cui aroma/sapore ricorda l'anice.
Io di sicuro la prossima volta ne dimezzerò la dose (2-3 pizzichi anziché 5).

Buona lenticchiata a tutti,
Sara

lunedì 9 gennaio 2012

Gelées di cotogne

La cotognata: era veramente un sacco di tempo che mi ero messa da parte la ricetta per provarla.
E passate le feste, ho trovato un po' di tranquillità per farla.
In realtà non sono molto sicura del risultato (è stata la prima volta che mi sono cimentata), ma è molto, molto scenografico! Vero? :-D


















Mi sono ispirata ai post di due diversi blog:
La cotognata, blog Verde Cardamomo
Cosa fare con le cotogne, blog Kitchenqb
nel senso che ho fatto un po' di mix tra i due, sia per gli ingredienti, che per l'esecuzione. E ci ho messo pure del mio, ovviamente!

Ingredienti
  • 2 grosse mele cotogne (800-1000 g circa)
  • 500-600 g di zucchero
  • zenzero in polvere q.b.
  • pirottini per dolci
  • zucchero per la copertura q.b.

Preparazione

Pulire le mele cotogne dalla peluria della buccia, privarle del torsolo, ma non della buccia, e tagliarle a tocchi.
Le mele cotogne si ossidano velocissimamente all'aria appena tagliate, e sembrano marce, ma non è così.





Metterle a cuocere in acqua non salata per circa 30 minuti, o finché non diventano morbide, ma non sfatte.
Scolarle e passarle al setaccio con il passaverdura.


Rimettere la purea nella pentola assieme allo zucchero e allo zenzero in polvere e cominciare a cuocere il tutto, portando dolcemente a ebollizione il composto.
Quando bolle, alzare la fiamma e fare addensare la purea finché non si stacca dalle pareti.
Versare la cotognata in uno stampo di alluminio unto leggermente di olio, e livellare bene con una spatola o un coltello (io l'ho fatto col cucchiaio di legno :-p).




Lasciare reffreddare, compattare e riposare dalle 12 alle 24 ore, in luogo fresco e asciutto.
Per disperazione (non si voleva addensare abbastanza, forse l'ho tolta dal fuoco troppo presto....) io ho aspettato 2 giorni, e il secondo giorno l'ho addirittura messa in frigorifero ¬_¬
Sformare la cotognata su un tagliere; con un coltello non dentellato tagliare delle strisce da 1-1,5 cm di larghezza, e poi dei quadratini da ogni striscia.




Ricoprire completamente ogni quadratino di cotognata di zucchero e posizionarlo in un pirottino su di uno o più vassoi.




Successivamente anche in barattoli di vetro con chiusura ermetica.
































NOTA
A temperatura ambiente le caramelle tendono ad ammollarsi, e lo zucchero a sciogliersi.
Ammesso che ci arrivino :-p conservarle in frigorifero, o luogo altrettanto fresco (per esempio una cantina) fino a poco prima di servirle.

Questa era l'ultima golosità delle feste di Natale.

Buon pomeriggio,
Sara

Il regalo della Befana

Quest'anno la Befana è stata molto generosa!
Intanto con una bellissima gita in montagna, senza andare neanche tanto lontano (val Seriana - BG) ^_^
Ho lasciato un sole fantastico a Milano e un altrettanto sole fantastico ho trovato al ritorno; poi in montagna... c'era la neve, e nevicava!
Un tripudio di sciatori, con tanti bimbi con sci e slittini :-)
Quindi, abbiamo deciso di salire alla baita con la seggiovia, sia per la neve (anche se il tg l'ha definita'quantità minima'...), sia per non essere investiti dagli sciatori, che per quanto bravi... non si sa mai!
Una volta su, una grandiosa scorpacciata con:
- casoncelli
- polenta
- spezzatino e patate
- gorgonzola
- patatine fritte
- un buon barbera
- caffé (.... e qualcuno ha avuto il coraggio di prendersi anche il bombardino!)
Una mezz'oretta di relax nella baita (peraltro pienissima di gente), poi ritorno a casa, ma.... con pit-stop per il mio regalo!
Centro commerciale 'Le due Torri ' di Dalmine, dritti dritti al Saturn.
Ecco cosa mi ha portato la Bafana:


















Beh, in realtà, è un regalo di Natale tardivo, in quanto l'ho comprato usando la carta prepagata del Saturn che ho vinto (facendo cinquina) alla tombola la sera della cena di Natale della mia società.
Come? Cosa? Dite che non ve l'avevo detto? Ooooops! Ve lo dico ora, vale lo stesso? :-p
Si, beh, ecco, quest'anno sono stata un po' più fortunata del solito :-D
(e di solito ho fortuna pari a zero, o meno)

Non vedo l'ora di provarlo! ^_^

Buona ripresa post feste a tutti,
Sara

giovedì 5 gennaio 2012

La leggenda della Befana

Ciao donnine,
pronte per stanotte? Forza, scaldate le scope, io lo sto già facendo! E con un bel sacco in spalla di dolciumi per tutti i bravi bambini :-D

Oggi una mia amica romana, Monica, mi ha mandato via mail la leggenda della nascita della Befana.
Io non la conoscevo, ma l'ho trovata una storia molto carina, ve la riporto:

La leggenda della Befana

Secondo il racconto popolare, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia.
Malgrado le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli.
In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci.
Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù.
Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.

E vi lascio con le foto di una bambola-strega-befana che avevo realizzato qualche anno fa per uno swap di lavori manuali femminili :-)











































































E ora scappo....... altrimenti non faccio in tempo per stasera! :-p

Buona Befana a tutti,
Sara



Con questa bambola partecipo al 2° Link Party - Comple-blog del blog Dolcezze creative.













Con questa bambola partecipo al Link party di Natale 2015 del blog Dolcezze Creative.











Con questa bambola partecipo al Handmade Christmas: Link party del blog MyCandyCountry.












Con questa bambola partecipo al Natale da vivere edizione 2015 - Decorazioni Casa & Albero del blog Decoriciclo.













mercoledì 4 gennaio 2012

Risotto ubriacato

Perché io mi metta a cucinare anche quando ho un poderoso raffreddore, che mi rende insensibile, o quasi, a gusti e aromi, resterà un mistero anche per me... ¬_¬
L'idea originale era quella di preparare il risotto all'Amarone, ma non mi è riuscito di trovare una bottiglia di Amarone ad un prezzo abbordabile... intendiamoci, non ne faccio una questione di soldi, ma essendo il mio primo tentativo, non mi va di spendere una ventina di euro (minimo) per un risotto... che poi magari nemmeno mi piace.
Così per il primo tentativo ho ripiegato su di un più semplice ed economico Barbera :-p

Risotto alla Barbera



























Ingredienti
  • 160 g di riso
  • 1/2 cipolla
  • salvia in polvere q.b
  • olio extravergine di oliva, per il soffritto
  • 1 bottiglia da 750 cl di Barbera fermo
  • 1/2 l di brodo
  • 1 noce di burro, per la mantecatura
  • 2 cucchiaiate abbondanti di parmigiano grattugiato, per la mantecatura

Preparazione

Affettare sottilmente la mezza cipolla e farla appassire in olio extravergine di oliva.
Mentre appassisce, aggiungere la salvia in polvere e sfumare con un po' di Barbera (a temperatura ambiente).
Nel frattempo, scaldare il vino e il brodo in due pentolini separati.
Appassita la cipolla, versare nella pentola il riso e tostarlo a secco (senza brodo) per qualche minuto, finché non diventa lucido.
Cominciare la normale cottura del riso versando qualche mestolo di Barbera (al posto del brodo).
Quando si asciuga, rimettere altro vino, fino al termine dello stesso.
Continuare col brodo fino ad ultimazione della cottura del riso.
Spegnere il fuoco e mantecare, prima con una noce di burro, poi col parmigiano grattugiato.
Far riposare qualche minuto prima di servire.

NOTA
Appena cucinato, il risotto alla Barbera emana un fortissimo odore di vino rosso (a me ricorda l'odore del brasato al Barolo, ma affogato proprio nel Barolo...!), e il sapore secondo me risulta un po' 'falsato' da tutto il vino usato, come se si stesse mangiano Barbera.
Io l'ho mangiato sia appena fatto, che il giorno dopo, e devo dire che il giorno dopo migliora parecchio!
Il forte odore di vino si attenua, i chicchi prima molto separati si 'attaccano' di più tra loro, complice anche il fatto che la liquidità di cottura del riso appena fatto si addensa, rendendolo anche più cremoso e morbido.
E si amamlgama meglio il sapore del vino a quello del parmigiano usato per la mantecatura.

Quindi, io direi di prepararlo per l'ora di  pranzo e di consumarlo invece durante la cena, o anche il giorno dopo (magari non mettendolo in frigorifero, ma solo in un contenitore ermetico; diventerebbe un blocco e a riscaldarlo ne risentirebbe).

Visto che bellissimo color rubino? Volete provarlo anche voi?


Con questa ricetta partecipo al contest E tu di che colore sei? del blog Capricciosa e pasticciona in cucina.













Sara

lunedì 2 gennaio 2012

Il castagnaccio, prima ricetta del 2012

Buon 2012 a tutti!
Ho mantenuto i miei buoni propositi, e come prima ricetta del nuovo anno, ho fatto onore al contenuto del pacco inviatomi da Marinora (del blog Marinora in cucina) per il Food Swap 2011 (organizzato dal blog Cappuccino&Cornetto).
Ho fatto il mio primo castagnaccio usando la farina dolce che mi ha inviato, complice il compleanno di ieri di mia nonna, che ne ha compiuti ben 93!

La ricetta di questo castagnaccio non è quella classica a cui la maggior parte di voi sono abituati (dolce dolce, e con gli ingredienti tutti amalgamati e non spolverati sopra), ma è la versione che si mangia ad Arezzo in Toscana, o perlomeno, a casa della simpatica Marinora :-)



















Ingredienti:
  • 400 g di farina dolce di castagne
  • 1/2 l di acqua
  • 100 g di uvetta
  • 50 g di pinoli
  • 50 g di gherigli di noce
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 1 cucchiaio di foglie di rosmarino fresco
  • 1 pizzico di sale
  • 2 cucchiai di zucchero, facoltativi

(Io ho dimezzato le dosi, essendo la prima volta che lo preparavo)















Preparazione

Mettere l'uvetta in ammollo in una ciotola d'acqua per circa 1 ora per farla rinvenire.
Io notoriamente ho poca pazienza per questi tempi morti di attesa, per cui ci ho messo del mio, ottenendo però lo stesso risultato :-p
Ho messo dell'acqua in un pentolino, l'ho scaldata (ma senza farla bollire!) e ci ho gettato dentro l'uvetta.
L'ho tenuta a mollo per qualche minuto schiacciandola leggermente (per non romperla) sul fondo con una forchetta.
L'acqua calda ha fatto molto in fretta a far rinvenire l'uvetta.
In una scodella, mescolare con una frusta la farina di castagne e il sale.
A poco a poco, versare l'acqua e mescolare, cercando di non fare grumi, ottenendo alla fine una pastella semiliquida.
Aggiungere poi lo zucchero, l'uvetta e l'olio extravergine di oliva e mescolare.















Tritare i gherigli di noce e mescolarli con i pinoli e il rosmarino (io non avevo quello fresco, così ho usato una punta di quello secco).















Ungere una teglia con 'olio e versarvi dentro la pastella fino ad uno spessore di circa 1 cm.
Fare dei ghirigori sulla superficie della pastella con l'olio extravergine di oliva e sparpagliare il trito di pinoli e noci su tutta la superficie della pastella.















Cuocere in forno a 190-200°C per 30 minuti.
Conoscendo il mio fornetto, io l'ho cotto a 210°C per 45 minuti, più 5 minuti di grill.















Il castagnaccio, man mano che si cuoce, si stacca da solo dai bordi unti della teglia.















Eccolo qui:





























Ho seguito la ricetta fedelmente, almeno per quel che riguarda gli ingredienti, ma più di una persona ha trovato insolito il sapore del rosmarino.
A me, che non amo le cose molto dolci, personalmente non da' fastidio, anzi, trovo che il rosmarino doni una nota particolare al castagnaccio, rendendolo apppunto meno dolce e vagamente salato.
Ma mi segno per la prossima volta di omettere il rosmarino e aumentare lo zucchero.
La maggioranza preferisce il sapore completamente dolce!
E allora.... accontantiamoli, no?

Con questa ricetta partecipo al contest Il mio 1° contest: dall'antipasto.... al dolce del blog Batuffolando.











Con questa ricetta partecipo anche al contest Ricette delle feste fra tradizione e innovazione del sito Ricette della nonna.












Con questa ricetta partecipo anche al contest La Toscana nel piatto del blog Pan di Ramerino.









Con questa ricetta partecipo al contest E tu di che colore sei? del blog Capricciosa e pasticciona in cucina.













Ciao,
Sara

venerdì 30 dicembre 2011

Scioglievolezze al limone

A grande richiesta, visto il successo che hanno avuto, nel giro delle feste di Natale (che non sono ancora terminate!), per la terza volta, eccomi qui a praparare i biscotti al limone ispirati alla ricetta originale del libro di cucina "Cookies" (di Martha Stewart) e allegramente scopiazzata dal blog di Stefania Arabafelice... in cucina!.

In realtà, la prima volta che li ho preparati, sono stati un mezzo disastro... ma ssssssshhhhhhhhhhhh, non diciamolo in giro!
La buccia di limone mi ha giocato un brutto scherzetto... evidentemente, devo aver usato dei limoni un po' acerbi e quando ho grattugiato la scorza (leggi: li ho pelati col coltello stando attenta alla parte bianca e poi ho frullato la buccia --- metodo alternativo abbastanza efficace per non spaccarmi le mani con la grattugia ogni volta ¬_¬ e soprattutto per non grattugiarmi anche le mani oltre al limone :-p) è rimasta un po' grossolana.
Quando li ho cucinati nel forno, questi pezzetti di scorza si sono un po' sbruciacchiati (non essendosi ben amalgamati all'impasto) e si sentiva invece del limone, un sapore di amarognolo e di acerbo insieme.
A guardarli, sembrava avessero il morbillo, ihi hi hi hi ih ihi.
Lo zucchero a velo ha fatto il suo dovere e ha camuffato benissimo l'aspetto, ma ahimé, l'amarognolo si sentiva ancora... non particolarmente forte, ma me li sono dovuti mangiare tutti io a rate :-p

Ecoli qui i primi che ho fatto:



























Dalla seconda volta in poi, mi sono fatta furba!
Al posto della buccia grattugiata del limone, ho usato l'aroma di limone, che ha svolto egregiamente il suo sporco lavoro :-D (non me ne vogliano i puristi delle ricette, si fa quel che si può, e mi perdoni Martha Stewart).
Non per vantarmi, ma sono venuti così buoni che sono spariti così velocissimamente che non sono nemmeno riuscita a fotografarli o_O
E avevo pure raddoppiato le dosi! Il giorno di Natale hanno fatto furore ^_^

Finalmente, eccoci qua alla terza volta, con tanto di foto, e vi riporto ingredienti e passi della ricetta (chissà perché, anche con le dosi raddoppiate, mi sembrano sempre troppo pochi... mah)

Ingredienti (le mie dosi)
---  le dosi originali le trovate nel post del blog di Stefania Lemon Meltaways  ---
  • 170 g di burro a pezzetti
  • 40 g di zucchero a velo
  • 1 o 2 fialette di aroma di limone (dipende dalla dimensione delle fialette)
  • 4 cucchiai di succo di limone appena spremuto
  • 250 g di farina
  • 1 cucchiaio di maizena
  • la punta di 1 cucchiaino di sale
  • 1 o 2 bustine di vanillina
  • altro zucchero a velo, per la copertura finale

Preparazione 

Con le fruste elettriche, o con un robot da cucina, mischiare il burro a pezzetti con lo zucchero a velo finché non diventa un composto omogeneo e cremoso.
Aggiungere il succo e l’aroma di limone, la vanillina e il pizzico di sale.
Dopo aver mescolato insieme le due farine, unirle, sempre con le fruste (a bassa velocità), e smettere appena il tutto sta insieme.
L'impasto si presenta esageratamente morbido, ma non bisogna aggiungere altra farina, è così che deve essere.
Con tutta la scodella, mettere in frigo per almeno 2 ore, meglio se in freezer.
Passato il tempo, reimpastarlo brevissimamente per poterlo manipolare.
Stendere un pezzo di impasto alla volta, alto al massimo 0,5 cm, e con un taglia biscotto rotondo (volendo anche di altre forme) sagomare i biscotti, posizionandoli su una teglia coperta da carta da forno.















Cuocere in forno preriscaldato a 180°C per circa 15 minuti.
Dovranno rimanere abbastanza chiari e diventare dorati sui bordi.















Capovolgerli sulla carta da forno e farli cuocere per altri 5 minuti.
 












 

Farli raffreddare quasi completamente prima di rotolarli ancora tiepidi nello zucchero a velo in modo che ne siano uniformemente (e abbondantemente!) ricoperti.
 













 
Conservare in una scatola di latta. SE ci arrivano!
 





























Con questa ricetta partecipo al contest Il mio 1° contest: dall'antipasto.... al dolce del blog Batuffolando.











Buon capodanno a tutti,
Sara